302- Pegmatite

Collocazione: Vetrina 12, secondo ripiano

Località: Birkenau, Odenwald (Baden / Baviera) – Germania

Descrizione macroscopica: Le pegmatiti sono rocce ingee olocristalline costituite da cristalli faneritici generalmente con domensioni > 2.5cm. Il termine pegmatite deriva dalla parole greca pegnymi che significa “legare assieme”, in riferimento alla tessitura interconnessa di quarzo e feldspato presente nei graniti grafici. Le pegmatiti sono rocce ignee “estreme” che si formano durante le fasi finali della cristallizzazione magmatica.

Descrizione microfoto:

prima immagine: Cristalli di quarzo e plagioclasio in una pegmatite granitica. Immagine a NX, 2x (lato lungo = 7mm).

seconda immagine: Cristalli di biotite inclusi un un grosso cristallo di ortose completamente sericitizzato in una pegmatite granitica. Immagine a NX, 2x (lato lungo = 7mm).

terza immagine: Cristalli di quarzo e plagioclasio e muscovite in una pegmatite granitica. Immagine a NX, 2x (lato lungo = 7mm).

http://www.alexstrekeisen.it/

Descrizione

pagina aggiornata il: 16 Febbraio 2023

DESCRIZIONE:

Sono rocce “estreme” nel senso che presentano una grana molto grossa, spesso con cristalli con dimensioni metriche, e contengono comunemente fasi estremamente rare in altre rocce ignee simili (minerali di Litio, titanio, REE, ecc.). Gran parte delle pegmatiti ha una composizione “granitica” (pegmatiti granitiche); tuttavia si possono avere composizioni gabbriche, sienitiche, foiditiche ecc.
La dimensione dei cristalli presenti nelle pegmatiti (spesso fino ad alcune decine di metri) è attribuita generalmente ad un alto tasso di cristallizzazione, associato alla bassa/bassissima viscosità dei fluidi da cui le pegmatiti cristallizzano, che favorisce una alta mobilità degli ioni. Durante le fasi finali della cristallizzazione magmatica, il fuso generalmente contiene quantità significanti di acqua e fasi volatili come Cl, F, CO2 ecc.
L’acqua non viene rimossa durante la cristallizzazione magmatica e tende man mano ad accumularsi nel fuso residuale. Talvolta si può avere anche una sovrabbondanza di acqua e fasi volatili tanto che, si ha la separazione delle fasi acquose dal magma. Queste fasi acquose sono estremamente ricche in ioni disciolti liberi di muoversi con molta facilità rispetto al magma silicatico molto più viscoso. Questa estrema mobilità degli ioni permette un accrescimento dei cristalli molto veloce. In alcuni casi, come detto precedentemente, tali condizioni possono portare alla cristallizzazione di cristalli enormi come ad esempio nella miniera di Etta nel Sud Dakota (USA) dove venne rinvenuto un cristallo di spodumene lungo 12 m, spesso 2 e pesante 90 tonnellate.

VISTA A 360°

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