Descrizione
pagina aggiornata il: 16 Gennaio 2023
L’Eifel è un altopiano della Germania occidentale, appartenente al Massiccio che si trova al confine con il Belgio e il Lussemburgo. La collisione tra placca europea e africana provocò la fratturazione del vecchio basamento e la risalita di magmi, con sollevamento di tutta l’area. Questi processi hanno causato il vulcnesimo che si estenda su un’ampia area, dalla regione dell’Alvernia nel Massiccio centrale fino in Germania (Eifel) e in Boemia, lungo il rift abortito del Rodano-Reno. I fenomeni magmatici sono di tipo continentale, con magmi provenienti dalla fusione parziale della crosta profonda e del mantello superiore (100-150 km di profondità). La zona dell’Eifel comprende circa 240 centri eruttivi che coprono un’area complessiva di 600 km2; l’attività vulcanica è attualmente dormiente ma non estinta. L’Eifel può essere divisa in due zone, una Orientale e una Occidentale, simili per quanto riguarda l’evoluzione temporale, spaziale, strutturale e composizionale, ma decisamente diversi per altri parametri.
Nella zona Orientale, da cui proviene il campione, l’attività vulcanica è iniziata circa 460.000 anni fa con magmi con composizioni mafiche foiditiche. L’attività vulcanica si è poi spostata verso est circa 215.000-190.000 anni fa con evoluzione dei magmi da basaniti verso composizioni tefritiche. Un importante complesso fonolitico al centro dell’area è rappresentato da intrusioni, domi, ignimbriti e abbondante materiale piroclastico. È seguito un periodo di scarsa attività fino a 12.900 anni fa, quando il vulcano Lacheer See eruttò più di 6 km3 di magma, di cui la maggior parte in tre giorni, creando uno strato di materiale piroclastico da caduta riconoscibile dalla Svezia meridionale fino all’Italia settentrionale.
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